Roma, 23 giugno 2017
Il 22 giugno, la Commissione di garanzia sull'attuazione della legge 146/90, ha presentato alla Camera dei Deputati ...
la sua relazione annuale sullo stato della conflittualità sindacale nei pubblici servizi. Siamo stati invitati e ci siamo andati, essendo quello il più elevato appuntamento annuale nell'ambito di una verifica dello stato delle relazioni industriali in Italia ed il miglior osservatorio per valutare le tendenze in atto (a proposito, che fine ha fatto il CNEL?).
Dobbiamo subito dire che, purtroppo, il PD di Renzi si è dimostrato ancora una volta il peggior nemico dei lavoratori e delle libertà di rappresentanza sindacale. Infatti, nell'introduzione, l'On. Marina Sereni - Vicepresidente della Camera in quota Pd - ha affermato che sono maturi i tempi per cui, per contenere l'elevata conflittualità nei pubblici servizi, è necessario collegare la possibilità di indire scioperi al raggiungimento di non ben definiti parametri di rappresentatività. Concetto che la Commissione fa suo, per fortuna in modo meno rozzo, riconoscendo che rinnovare i contratti con puntualità è elemento essenziale per avere sani rapporti industriali. E affermando poi che la conflittualità è più elevata nel pubblico impiego solo perché nel privato la precarietà di tenuta delle aziende sconsiglia questa possibilità. Infine, si nota che, spesso, si sciopera anche a contratto ottenuto perché le Amministrazioni pagano con forte ritardo i canoni per il servizio, e quindi le Aziende non possono pagare i lavoratori.
Ma la materia è troppo importante per non approfondire la questione.
In un altro passaggio, la Commissione richiama la concertazione come il miglior modo per prevenire i conflitti. Noi riteniamo che il rapporto tra le parti sociali non possa che essere conflittuale; civile, regolamentato, ma conflittuale. Ma diamo pure per buono che la concertazione sia la cosa migliore; ebbene, cosa dovrebbero fare coloro che ne sono esclusi? Come possono farsi sentire quando dissentono dal concertato se non possono neanche scioperare? Chi chiede la concertazione deve sapere che l'unico modo perché questa sia praticabile come metodo generale è attuare l'art.39 della Costituzione che, sotto determinate condizioni, mette tutti i sindacati sullo stesso piano, in termini di doveri e diritti. Questo è l'unico modo per intervenire sulla rappresentatività in maniera costituzionale; ma ovviamente questo disturba le grandi centrali sindacali, ci si deve accontentare degli accordi tra le parti (ovvero tra privati) che non vincolano nessuno, tantomeno chi non li sottoscrive. Ed anche su questo la politica abdica per poi lamentarsi dei sindacati piccoli e cattivi.
La limitazione non riguarda solo la possibilità di indire scioperi, ma anche quella di tenere assemblee con i lavoratori, perché anche queste creano disagio agli utenti. Quindi niente sciopero e niente assemblee: e come potrebbero essere veicolate altre idee oltre a quelle di chi detiene tutti i diritti? Perché dobbiamo essere omologati ad un unico pensiero sindacale? Ci sono categorie che fanno riferimento ad un unico sindacato, ma è una scelta libera e consapevole, quasi sempre condivisa dalla grandissima maggioranza dei lavoratori della categoria e con basi ideologiche da non sottovalutare. La Commissione stigmatizza il fatto che alcune organizzazioni sindacali ricorrono allo sciopero per avere visibilità; ben venga, se è l'unico modo! Pensiero comunque rozzo, banale ed offensivo per chi sciopera, dato che paga di tasca sua e difficilmente lo fa solo per dare visibilità ad un sindacato, specialmente se non iscritto!. Noi pensiamo invece che un sindacato che nelle elezioni di RSU prende molti più voti dei suoi iscritti, oppure che ai suoi scioperi aderiscono il 70% dei lavoratori, sia rappresentativo tanto quanto un sindacato che ha un elevato numero di iscritti. In definitiva, solo i lavoratori possono dire quanto sia rappresentativo un sindacato: alla fine è questo che si intende quando si dice che quello di sciopero è un diritto individuale esercitato collettivamente.
Infine una considerazione su un passaggio, dove la Commissione afferma che una elevata conflittualità nei servizi pubblici rivela il suo potere vulnerante nei confronti dei cittadini. Quando si sciopera nei pubblici servizi, il primo pensiero va ai lavoratori cattivi che scioperano e mai alle Aziende che creano i presupposti dello sciopero o erogano servizi da terzo mondo. E' questo il pensiero, non dichiarato, anche di Renzi e del suo PD, ovvero che solo con meno diritti si risolvono le crisi? Se gli atti sono indicativi di qualcosa, sembra proprio di sì. E sembra anche che i lavoratori se ne stiano accorgendo.
Il Segretario Generale
Claudio Baldasseroni