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IL TEMPO È DENARO… SÌ, MA DI CHI ?

IN TEORIA
Nel 2016, in piena crisi di ricavi, le aziende di TLC italiane pensarono di utilizzare il c.d. ius variandi nei contratti stipulati con i clienti, fermo restando il diritto di recesso che spetterebbe ai consumatori che non vogliano aderire alle nuove condizioni; in altre parole ciò voleva dire che un’azienda sana può modificare le condizioni contrattuali in ragione di nuove tecnologie che modificano i profili di offerta, le tariffe voce e/o i GB da scaricare. E fin qui nulla di troppo scandaloso.

 

IN REALTÀ
Quello che è capitato, invece, è che hanno modificato il calendario gregoriano pesando i mesi a 28 giorni. Chiaramente questo vale soltanto per i clienti, mentre per i lavoratori il mese è rimasto di 30/31 giorni. Così facendo le aziende di TLC hanno guadagnato una mensilità in più di ricavi e in TIM, con la solidarietà, anche un mese in meno di costi. Certo che fare il manager in questo modo è facile.

I NODI VENGONO AL PETTINE…
Ora, il Consiglio di Stato ha pubblicato il dispositivo di sentenza con cui “respinge l’appello principale e quello incidentale” degli operatori contro la delibera dell’Autorità Garante delle Comunicazioni (AGCOM): in poche parole, le società di TLC italiane dovranno pagare i costi in più sostenuti dai propri clienti per le modifiche al calendario universale sopra citate. Chi ha pagato questi COSTI? . . . è facile ragazzi, NOI. E come? Con il NOSTRO PDR!

…E NON È TUTTO
Ma, purtroppo, non è finita qui: oltre AGCOM è intervenuta anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) che, in ragione delle sue prerogative a tutela della concorrenza e del mercato, per evitare quelle distorsioni che possano portare a comportamenti abusivi delle imprese, sta valutando se la strana “coincidenza” dell’utilizzo da parte di tutte le imprese del mese a 28 giorni sia in ragione ad un accordo illecito tra imprese. Tradotto: vuole vederci più chiaro.

CONCLUSIONE
La possibile ennesima multa dell’AGCM chi la pagherà? Ovviamente tutti NOI e, anche se non bastasse il nostro PDR calcolato col meccanismo che ben conoscete firmato dai soliti noti, tramite il contratto di espansione: basta aumentare il perimetro dei lavoratori coinvolti e il gioco è fatto.

MA, VISTE LE MIGLIAIA DI ESUBERI DICHIARATI IN TELECOM NEGLI ULTIMI ANNI, NON SI SAREBBE DOVUTI PARTIRE FORSE PROPRIO DAI MANAGER CHE HANNO AVALLATO TALI INIZIATIVE SANZIONABILI (E SANZIONATE)? CHI, PIÙ DI LORO HA PESATO E PESERÀ SULLE CASSE AZIENDALI?

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