Il coronavirus e la vita da TOF
Da ormai un mese la vita da TOF è diventata un incubo, prima hanno iniziato a viverla i colleghi lombardi emiliani e veneti, che hanno svolto un grande lavoro per limitare l’emergenza, e alcuni di loro sono stati posti sotto controllo medico, ora che l’EMERGENZA si è estesa anche il resto dei TOF vive il l’abbandono decisionale dell’azienda.
Il regolamento 2020-00026 abbozza delle procedure d’ingaggio insufficienti e definisce dei DPI per i TOF ma che sono stati consegnati solo in parte e solo ad alcuni tecnici, molti rimangono senza.
Abbiamo segnalazioni di mancate consegna dei DPI e gli AOT hanno lanciato il proclama “COMPRATEVELI DA SOLI”.
Ma i DPI sono introvabili. Sono ESAURITI.
Questa mattina l’AZIENDA chiede ai TOF di intervistare il clienti prima della visita in casa, da questa intervista i TOF devono capire il livello di rischio contagio prima d’intervenire. Se sbagliano a fare l’intervista o se il cliente sbaglia a rispondere si va nella tana del lupo.
Non solo si espone al rischio di contagio il tecnico ma egli stesso diventa veicolo del contagio mettendo a rischio il cliente.
Queste procedure, lasciate solo alla decisione di personale senza skill medico, contribuiscono ad alimentare la crisi epidemiologica in atto.
CHIEDIAMO:
- ANNULLARE TUTTE GLI INTERVENTI ORDINARI RIMODULANDO GLI APPUNTAMENTI A META’ APRILE.
- CONCENTRARE LE ATTIVITA’ SOLTANTO ALL’EMERGENZA IN ATTO E AI CENTRI DI GESTIONE E OPERATIVI DELLA CRISI.
250 MILIONI PER LE MULTE LA TIM LE PAGA
MA NON PROTEGGE A SUFFICIENZA I LAVORATORI