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Lavoro agile, perchè SNATER non ha firmato

Nonostante la posizione ben chiara assunta dal nostro sindacato in merito all'accordo sottoscritto tra azienda e cgilcisluil con aggiunta di cobas ed ugl, ci giungono ancora richieste di chiarimenti sulla nostra mancata firma da parte di lavoratori di altre sigle sindacali a cui siamo ben lieti di dare risposta.

 

Innanzitutto chiariamo, se ce ne fosse ancora bisogno, che SNATER NON È CONTRO IL LAVORO AGILE, tutt'altro.

Snater è contro ogni tipo di accordo NON CHIARO, NON DEFINITO e che lascia adito ad interpretazioni diverse creando ambiguità. In un periodo di emergenza come quello che abbiamo attraversato TIM a nostro modo di vedere deve ringraziare tutti i lavoratori che con sacrificio e dedizione, rischiando talvolta anche la propria salute, l'hanno tenuta a galla.

A cominciare dai tecnici sul campo che inizialmente con protezioni inadeguate hanno garantito continuità assistenziale su servizi essenziali ricevendo in cambio pressioni e intimidazioni dai loro responsabili e naturalmente da tutti gli operatori degli uffici per i disagi del lavorare da casa anche senza dotazioni adeguate, senza un locale attrezzato e dedicato, utilizzando corrente, connessione, tra poco nuovamente il riscaldamento oltre al condizionamento della stagione ormai passata, pagate di tasca propria.

A tutti loro non è stato dato neppure un riconoscimento economico, quell'una tantum che tutti ci saremmo aspettati per il lavoro svolto in questo periodo delicato.

Riteniamo tutto ciò inaccettabile, non bastano alcune ore di permessi in più per ripagare i dipendenti dagli sforzi fatti, ricordiamo inoltre che l'azienda ha risparmiato, con la chiusura delle sedi, una bella somma che poteva essere utilizzata proprio a tale scopo.

Le agevolazioni previste tramite gli sconti in merito alle tariffazioni ed alle connessioni sono a nostro modo di vedere ridicole e non rendono merito agli sforzi sostenuti dai lavoratori. Ribadiamo che il lavoro agile inoltre è sempre auspicabile ma a condizioni CHIARE e non basato su accordi provvisori che possono essere modificati ad uso e consumo dell'azienda.

Per tali ragioni Snater non lo ha sottoscritto. Ne va del rispetto e della dignità dei lavoratori. Abbiamo bisogno di regole chiare e non interpretabili, di una maggiore considerazione del lavoratore, dei suoi bisogni e necessità. Non va confuso lo smart working col telelavoro che tale è rimasto e che in Italia ha trovato due importanti punti di riferimento nell’Accordo Quadro del 16 luglio 2002, prima, e poi nell’Accordo Interconfederale del 9 giugno 2004.

Durante il Corona-virus il lavoro non è diventato smart, ma è diventato remoto o telematico. la normativa sullo smart working trova oggi un fondamentale riferimento nella legge 81/2017, in vigore dal giugno 2017 come una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzata dall'assenza di vincoli orari o spaziali e un'organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro.

Comparando i due ordinamenti riguardanti il lavoro da remoto si palesa l’impressione che l’intento del legislatore sia quello di creare una alternativa a bassi costi (normativi ed economici) al telelavoro disciplinato nell’accordo interconfederale del 2004 e che TIM e soci ne stiano travisando il significato solo per abbassare il costo del lavoro a spese del lavoratore.

Chiudiamo questo comunicato con un pensiero al nostro dirigente sindacale ed Rsu Walter Garavaglia di cui continuiamo a testimoniare l’atteggiamento fortemente discriminatorio tenuto da TIM nelle modalità di soluzione della questione.

30/09/2020

 

 

La segreteria SNATER Lombardia

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