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Se ai 30 denari di Giuda…. aggiungi la quota sindacale…..

L’ultimo accordo sul lavoro agile prevede l’estensione a tutti i lavoratori dello smart working per 2 giorni settimanali e i restanti 3 presso l’ufficio della sede della funzione.

 

In una città come Roma questo significa eliminare il 30% delle postazioni di lavoro, circa 3000 PdL e far circolare nel traffico altre 6000 persone

L’’azienda si prepara a chiudere 14 sedi e a ristrutturare (con superbonus fiscali) le altre 13 con comodi open space sempre più piccoli.

Benché la scelta dello smart working sia, dal punto organizzativo la migliore da fare, la sua realizzazione operativa ne vanifica i vantaggi e amplifica gli svantaggi per i lavoratori in quanto  produce la movimentazione di circa 6000 lavoratori per la città.

Cosi, chi lavorava a Pomezia si trova ora dislocato a Oriolo, chi lavorava ad Oriolo si trova collocato ad Acilia.

La chiusura di 14 sedi crea delle zone, come Roma sud e est a forte densità abitativa, completamente deserte per ASSENZA di UFFICI.

La logica di “restaurazione” per la quale le funzioni aziendali vengono collocate presso un unico immobile, è pesantemente e insopportabilmente  costosa per i lavoratori proprio mentre l’azienda sceglie per se la via del risparmio e incrementi del 40% i ricavi.
Con lo smart working l’azienda risparmia tra 200 e i 400  milioni di euro in tutta Italia. Risparmi che vengono scaricati ai lavoratori.

La soluzione che proponiamo è il co-working, ovvero la possibilità di condividere gli spazi degli uffici con altre aziende.  Non chiudere tutte le 14 sedi ma lasciarle aperte e condividere con altre aziende del territorio gli spazi ad ufficio.

LO SNATER CHIEDE ALL’AZIENDA di coprire tutto il territorio romano con la presenza di uffici e di dedicare al co-working alcuni di essi cosi da ridurre al minimo gli spostamenti dei lavoratori.
Inoltre di ridurre al minimo gli spostamenti dei colleghi portatori di caregiver o con famigliari caregiver.

Purtroppo anche su questi temi l’arretratezza culturale e sindacale della CGIL CISL UIL e UGL si fa sentire e non sanno trovare soluzioni a nuovi problemi che emergono nel mondo del lavoro.

Cosi si spiega anche il deludente accordo di primo livello CCNL con aumenti salariali da paesi del est Europa come Albania, Romania e Polonia con i quali ormai confrontiamo i nostri salari.


Il primo grande “errore” dei sindacati è inserire, nel comparto TLC,  aziende SERVIZI che  nulla hanno a che fare con le TLC e che invece scaricano la loro crisi economica, industriale e finanziaria sullo sviluppo delle TLC stessa.
All’ASSTEL questa scelta va benissimo perché frena l’incremento dei salari.

Non va bene ai lavoratori perché vedono frustrate i loro adeguamenti economici al COSTO della VITA in Albania in Polonia e in generale ai pìPaesi dell’Europa del EST.

La frustrazione aumenta quando il collega Gubitosi ha diffuso l’aumento dei ricavi del 40% di TIM e degli altri operatori di TLC in genere.

Perché siamo finiti cosi in basso?
Perché la CGIL CISL UIL e UGL hanno dei loro contratti con le Aziende associate in ASSTEL, detti “protocolli”, che regolano i rapporti tra loro: Le AZIENDE pagano con centinaia di migliaia di ore/permessi  (30 DENARI) e i sindacati tengono sotto controllo le rivendicazioni dei lavoratori alcuni dei quali aggiungono ai 30 denari di giuda la loro quota sindacale.

Se ai 30 denari di Giuda…. aggiungi la tua quota sindacale…..allora….sei peggio di GIUDA.

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