Snater Lazio – Cobas – Usb
Siamo molto preoccupati del disfacimento in atto della TIM perché non ha nessuna ragione di tipo industriale o di mercato e non farà altro che aumentare i costi strutturali e gestionali con il relativo aumento di esuberi nei dipendenti e perdita di posti di lavoro nell’indotto.
Il forte sviluppo industriale dei servizi integrati alla rete, che TIM ha seguito negli ultimi 20 anni, “il cloud con la rete dentro”, si basa su precise scelte di mercato e industriali e su un equilibrio finanziario e di bilancio che la prevista divisione in più aziende distruggerà in un sol colpo lasciando aperta la possibilità a successivi “spezzatini” di recuperare gli equilibri finanziari.
Come sindacato siamo sicuri che questo riassetto industriale sia di natura “ideologico” e non di mercato perché richiesto insistentemente dall’Antitrust Europeo, con sponda dell’Antitrust italiano, ed è utile soltanto ad alcuni azionisti, peraltro stranieri, e avrà come effetto la distruzione di un VALORE NAZIONALE e la DISOCCUPAZIONE per decine di migliaia di lavoratori.
Non è vero che si deve operare la separazione societaria della rete di accesso.
Prima di tutto vogliamo chiarire che in tutta Europa ci sono; 23 Paesi (tra cui Germania e Spagna), con rete integrata con i servizi; 5 Paesi (tra cui Francia e Italia) con la separazione funzionale della rete; 4 Paesi con la separazione societaria della rete, tra cui l’Inghilterra, che però ha a monte lo stesso azionariato, nelle 2 società (servizi e rete) in Europa.
Allora, non si capisce perché l’Antitrust Europeo sia in campo per imporre a TIM ciò che non ha imposto ad altri operatori di TLC.
Chiediamo al Governo nel coinvolgere la CDP in un ruolo attivo per favorire l’integrazione delle due reti di accesso (TIM e OF), di respingere le assurde pretese dell’Europa, di limitare le pretese dei Fondi presenti nell’azionariato TIM che appaiono come avvoltoi in attesa dell’ultimo respiro della vittima sacrificale. Chiediamo al governo di assumersi la responsabilità di creare una