L’azienda sta chiedendo a circa 7000 lavoratori tramite email l’attivazione della firma elettronica digitale (FEQ) per la partecipazione ad alcuni bandi PNRR. In particolare chiede di firmare digitalmente l’autorizzazione per il consenso a fornire diversi dati del foglio paga e delle presenze ad Infratel S.p.A.
A tal proposito come Segreteria Regionale Lombardia abbiamo proposto un incontro esplicativo in merito a tale iniziativa, ma HR/RI non ci ha degnato di risposta…
Ribadiamo innanzitutto che, al momento in Italia, non vi è nessun obbligo per il cittadino di attivazione della firma digitale e che nessun contratto/accordo aziendale può obbligarlo, tantomeno come lavoratore.
Di seguito riportiamo i punti per i quali avremmo voluto ricevere una risposta:

1) Che responsabilità civile e/o penale potrebbe ricadere sui lavoratori firmatari in caso di contestazioni con Infratel?
2) Perché un lavoratore dipendente (subordinato) deve assumersi tale responsabilità e invece i dirigenti/responsabili preposti non firmano per accettazione?
3) L’attivazione della firma elettronica con Trust Technology, che prevede un bonus di 45 euro per 3 anni, ricadrà come fringe-benefit per il dipendente?
4) Perché nella lettera di autorizzazione non viene coinvolto HR che è il settore preposto alla conservazione del foglio paga e del foglio presenze?
5) Per quale motivo inoltre devono essere firmate le ore stimate dell’intervento/progetto dato che molti applicativi aziendali le riportano a
consuntivo in maniera precisa e puntuale?
6) Come mai non viene fornito l’accordo/convenzione stipulato con Infratel dove è riportato che il lavoratore deve firmare digitalmente tale documento?
7) Perché nella lettera il procuratore legale firma per presa visione, il responsabile AOA come referente tecnico e noi dipendenti dovremmo firmare per accettazione?

Aggiungiamo inoltre che la lettera sul bando PNRR da firmare non riporta, come previsto dal GDPR 679/2016, una informativa privacy corretta ed esplicativa.
In particolare si omettono diversi punti sulla modalità di trattamento dei dati: quali in dettaglio vengono forniti, il periodo della loro conservazione, l’accesso, la comunicazione e l’eventuale trasferimento, i diritti dell’interessato, le modalità di esercizio/cancellazione, l’assenza dei titolari/responsabili/incaricati sulla detenzione degli stessi oltre mancanza del DPO.
Invitiamo i lavoratori a non firmare nulla in attesa che vengano fornite risposte chiare.
L’attivazione della firma digitale rimane comunque una scelta individuale non obbligatoria.


Alleghiamo traccia della mail che potete inviare ai vostri responsabili in risposta alle pressioni ricevute.
Ho letto la mail e allegati, ma alcune cose non mi sono chiare, ad esempio cosa potrebbe comportare la mia eventuale firma digitale su alcune documentazioni citate nella mail.
La firma digitale è una cosa personale e non mi risulta che sia obbligatoria.
Poichè tale invito, in assenza di imperativi coercitivi, seppur proposto ripetutamente in modo suggestionante, mi pare disposto in forma totalmente libera e facoltativa per il lavoratore, lo declino senza alcun indugio.
Qualora il Suo invito fosse una disposizione imperativa e coercitiva la cui inosservanza condurrebbe a sanzioni disciplinari, La prego d’informarmi prontamente in forma scritta e tramite stesso mezzo (comunicazione aziendale) al fine di consentirne contezza documentata.
Continuerò a firmare i documenti che mi verranno dati (e di facile comprensione) in maniera tradizionale, ovvero cartacea.
Valuterò la firma dei documenti, a cui fa riferimento la mail da voi citata, solo dopo confronto azienda/sindacato per eseguire una scelta più serena.

Segreteria Snater Lombardia

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