SNATER Lazio
È assolutamente fuori discussione che lo Smart Working sia un’opportunità sia per i Lavoratori che per le aziende: i lavoratori, annullando i tempi di spostamento verso le sedi, stanno avendo un risparmio in termini di stress ed in termini economici più o meno grande a seconda della distanza della loro sede da casa; le aziende, abbattendo i costi di struttura (uffici), possono ridurre le postazioni di lavoro con risparmi ancora più grandi.
Tutto bene quindi? Manco per niente! Nonostante il momento suggerisca di attrezzarsi per una vera rivoluzione digitale, come spesso accade, si improvvisa e l’organizzazione del lavoro ne risente pesantemente gravando sia sui Lavoratori che sulla produttività delle aziende stesse.
Facciamo il caso della neonata Noovle S.p.A. (ma siamo convinti che per TIM vale altrettanto):
• La distribuzione del lavoro è poco efficiente: vista la comunicazione digitale tra di noi, che è l’unica esistente, diventa molto facile coinvolgere nelle attività troppi attori determinando doppie/triple lavorazioni che alla fine rallentano il lavoro globale.
• Lo strumento della riunione in call ha rimbambito un po’ tutti: è usato troppo spesso, per troppo tempo e coinvolge un numero di persone inutilmente troppo elevato. Aldilà dei costi delle suddette riunioni oceaniche, di cui nessuno sembra preoccuparsi, bisogna ricordare che questo fenomeno dilata inevitabilmente l’attività lavorativa FUORI ORARIO BASE causando stress ai colleghi coinvolti.
• Se questo non bastasse, sono intervenuti a farci compagnia una serie interminabile di corsi di dubbia utilità (parliamone!) col medesimo esito di quello relativo all’abuso dello strumento delle riunioni: intasamento delle lavorazioni, prolungamento frequente dell’orario oltre l’orario base e conseguente stress dei colleghi che cercano di raggiungere comunque i risultati lavorativi.
Provate a chiamare, a campione, una decina di colleghi: l’80% è in riunione e il restante 20% vi dice che ha fretta perché sta per iniziarne una. Ma in questa situazione il LAVORO chi lo fa? Ovvio, il solito volenteroso che tra le 19:00 e le 22:00 anche questa volta ci mette una pezza.
Qualcuno ha detto: “chi sa, fa; chi sa poco, scrive; chi non sa nulla, parla”. Ora noi non vogliamo essere così definitivi nel bollare il lavoro di condivisione in riunione, ma riflettiamo un attimo! Il lavoro agile che ci libera non solo dagli spostamenti spaziali, ma anche dai rigidi vincoli temporali del rapporto casa/lavoro, ha bisogno di una sua nuova etica interna che oggi solo noi possiamo darci perché non è mai esistita prima.
Per questo motivo è urgente organizzare un incontro tra l’azienda e le RSU per concordare delle linee guida sull’utilizzo equilibrato dello smart working. Se non facciamo questo, ci avvieremo rapidamente fuori dai binari della sopportabilità dei carichi di lavoro. Da parte nostre ci vedremo costretti a prendere i provvedimenti del caso (come il blocco delle attività accessorie e aggiuntive); vedete voi …
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