Aderisci alla nostra iniziativa per la creazione di un gruppo di sostegno alla richiesta di affermazione dello Smartworking come modello organizzativo unico
La segreteria SNATER LAZIO – RSU LAZIO
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Lo smartworking è stato, per la prima fase dell’emergenza sanitaria, lo strumento principe per limitare i contagi da coronavirus-19. In pochi giorni gli smart workers in Italia aumentarono da 570.000 a 8.000.000.
Anche in TIM la Pandemia ha imposto un’accelerazione verso la nuova organizzazione e in una manovra congiunta LAVORATORI-SINDACATO-AZIENDA, si riuscÌ in breve tempo a far lavorare da casa 36.000 persone.
In poco tempo si ricostruirono da remoto i processi produttivi; furono distribuite nuove e adeguate dotazioni informatiche; furono utilizzate anche dotazioni personali dei lavoratori; la rete superò brillantemente l’improvviso sovraccarico di connessioni e dei volumi di traffico dati.
Durante i due anni di SMARTWORKING la produttività è aumentata a due cifre.
Le assenze per malattie si sono ridotte grazie al lavoro svolto in ambiente domestico e nuove relazioni di lavoro tra colleghi e responsabili si sono formate e stabilizzate ma ancora attendono di essere disciplinate da nuovi accordi tra parti sociali.
I vecchi accordi di SMARTWORKING sono stati superati dalla realtà de facto ed anche il contratto di 2° livello non è più aderente alla consuetudine lavorativa che si è costruita e stabilizzata .
Lo SMARTWORKING ha dimostrato tutta la maturità della tecnologia di rete e della cybersecurity e cosi la consapevolezza e responsabilità dei lavoratori e la iterazione tra innovazione tecnologica e organizzativa ha generato il valore economico e sociale che era rimasto fino ad oggi inespresso.
Purtroppo ad oggi, i tempi di uscita dalla Pandemia sono ignoti e dovremo convivere ancora con il COVID-19. Tornare negli uffici trasformati tutti in OPEN SPACE pone problemi di sicurezza sui luoghi di lavoro costringendo tutti i lavoratori ad indossare mascherine e altri DPI mentre l’azienda deve affrontare continue e costose sanificazioni ambientali.
Siamo convinti che l’esperienza lavorativa degli ultimi due anni debba ancora dare i suoi migliori frutti ma per raccoglierli lo SMARTWORKING deve uscire dalla gestione della fase emergenziale-sanitaria e diventare una scelta STRATEGICA dell’azienda.
Il lavoro “a casa” deve diventare prassi quotidiana e la presenza in ufficio un evento regolato dal carattere di necessità, più o meno occasionale, del processo produttivo.
Su queste basi, eliminando il rigido vincolo dei giorni di lavoro agile, saranno il lavoratore e il suo diretto responsabile a decidere il rientro in ufficio, in base alle necessità lavorative e di coordinamento condivise tra i due. Fermo restando il rientro in sede per 5 giorni su 5 ai colleghi che volontariamente lo richiedessero.
Molti aspetti dei vecchi accordi dovranno essere rivisitati e modificati per riaffermare, nella nuova organizzazione, sia i diritti dei lavoratori e sindacali sia i diritti dell’azienda.
Una rivoluzione organizzativa non esente da ripercussioni nei confronti delle realtà professionali dell’indotto (pulizie, ristoro, vigilanza, ecc.). E’ a questo contesto, e non ai lavoratori TIM, che dovranno essere indirizzati le risorse degli ammortizzare sociali e formativi per l’inserimento nella nuova realtà lavorativa.
Se il principale vantaggio per l’azienda è l’aumentata produttività e nella riduzione dei costi strutturali, per i lavoratori il beneficio si traduce nella partecipazione alla ripartizione di una quota della maggiore produttività, e nel miglior bilanciamento tra vita privata e lavorativa.
Risparmiando 2 ore di viaggio giornaliero si acquisiscono a fine mese circa 40 ore, che corrispondono a una settimana lavorativa, da poter efficacemente spendere sia per le cure dei propri familiari che per il proseguimento dell’attività lavorativa (nei limiti del diritto al distacco).
Lo smartworking rende l’azienda, il lavoratore e la società civile stessa più forti, più flessibili, in una parola maggiormente resilienti perché libera risorse fino ad oggi nascoste ma necessarie ad affrontare le sfide lavorative, educative e sanitarie di oggi.
Chiediamo all’azienda di sostenere il cambio organizzativo ponendo lo SMARTWORKING al centro delle sue STRATEGIE e inserirlo nel PIANO INDUSTRIALE dei prossimi tre anni.
I colleghi TIM ci chiedono di sostenere questa iniziativa e noi chiediamo loro di sostenere la nostra iniziativa di costituire un gruppo di pressione per l’affermazione dello Smartworking in azienda come modello organizzativo unico.
Sostenete il nostro appello! Cliccando sul tasto qui sotto, compilate le informazioni richieste come nome, cognome, numero telefonico, mail, regione e sarete inseriti tra i sostenitori della proposta.
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