Verso la fine dell’emergenza

da ilfattoquotidiano.it

Il governo dovrà decidere quanto prima come procedere dopo il 31 marzo, quando scadrà lo stato d’emergenza e Mario Draghi ha già detto che non sarà prorogato. È scontata l’eliminazione del Super green pass per sedersi ai tavoli esterni di ristoranti e bar, sarà archiviato il sistema dei colori che peraltro ormai conta ben poco, saranno ulteriormente allargate le maglie nelle scuole. Si discute delle nuove regole per gli stadi, dei tempi in cui converrà aprire senza restrizioni anche gli spazi al chiuso, degli obblighi vaccinali che gravano su alcune categorie di lavoratori e su tutti quelli che hanno più di 50 anni e al momento sono destinati a durare fino al 15 giugno, con tutto quello che significa per decine di migliaia di persone sospese per mesi anche dalla retribuzione. Abbiamo chiesto il punto di vista del professor Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia a Padova e da due anni voce critica sulla gestione della pandemia.

Come vede il Covid in Italia, professore?

Credo ci stabilizzeremo per un po’ di tempo sui numeri che osserviamo in questi giorni. Il problema è che le persone più fragili si infettano e muoiono, se continua così avremo ancora 200-250 morti al giorno per diverso tempo.

Cosa si può fare?

Una politica di protezione dei fragili. Dovrebbero avere la possibilità di fare smart working, bisognerebbe anche garantire tamponi molecolari gratuiti a chi li assiste in base alla legge 104 e alle badanti. Si possono fare molte cose, non c’è nulla di ineluttabile.

La norma che prevede lo smart working sopra i 60 anni e per chi è affetto da una serie di patologie scade con lo stato d’emergenza il 31 marzo ed è nota l’avversità del ministro Renato Brunetta al cosiddetto lavoro agile.

Non prorogarla sarebbe un errore pazzesco, Brunetta sbaglia.

Per il resto va bene eliminare le restrizioni residue?

Sì non c’è dubbio, anzi prima si allenta e meglio è. Guardi cosa è cosa è successo a Hong Kong.

A Hong Kong ricoveri e decessi sono ai massimi livelli. Perché?

Hanno vaccinato tutti un anno fa, hanno puntato al cosiddetto Covid zero, con le restrizioni il virus non ha circolato e oggi si trovano in una situazione drammatica proprio perché hanno poca immunità naturale.

Nel governo c’è chi pensa di mantenere il Green pass, magari riducendo le limitazioni per chi non lo ha, anche in funzione di un’eventuale quarta dose di vaccino da fare in autunno.

Per il momento manca qualsiasi indicazione sulla quarta dose, sarebbe una scelta assurda. Ma in Italia in realtà è tutto aperto, perfino le discoteche…

Però ci vuole il Super green pass per fare quasi tutto.

Sì appunto, sono in vigore solo il Green pass che sicuramente non serve a evitare la trasmissione del virus e le mascherine sui mezzi pubblici. Ma i contagi non calano per il Green pass e le mascherine, calano perché quasi tutti siamo protetti dai vaccini o dall’immunità naturale.

Protetti fino a quando? Fino a un’eventuale nuova variante?

Fino ad allora o fino a quando l’immunità non diminuirà e a quel punto riprenderà la trasmissione, come appunto è successo a Hong Kong. In questo momento non ha senso nessuna restrizione.

In autunno, se i contagi risaliranno, sarà necessario ripristinarle.

Questo è vero in ogni caso, ma oggi se si lascia circolare il virus aumenta l’immunità nella popolazione.

Va bene anche rinunciare a quarantene e test nelle scuole?

Sì, a questo punto non servono. In generale il virus più circola e meglio è, tra vaccini e immunità naturale siamo quasi tutti protetti. Anche nelle scuole il problema è evitare che il virus raggiunga i più fragili.

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