L’annuncio dell’Ad del colosso tech italiano, Alessandro Profumo, in audizione alla Camera: “Stiamo dialogando sia con l’operatore nazionale delle telecomunicazioni sia con Cdp per valutare come cooperare su questo fronte”. Partita da 1 miliardo
da corrierecomunicazioni.it
Si apre il cantiere del cloud nazionale. E i primi a scendere in campo sono Leonardo e Tim. In audizione in commissione Attività produttive alla Camera sul piano industriale della società, l’Ad di Leonardo Alessandro Profumo ha delineato la strategia del colosso tech italiano. “Siamo intensamente coinvolti sul tema della cybersecurity e della sicurezza del cloud – ha spiegato – Stiamo dialogando su più fronti sia con l’operatore nazionale delle telecomunicazioni che con Cdp e stiamo valutando come cooperare su questo fronte”.
“Siamo assolutamente certi che, come Leonardo, possiamo dare un significativo valore aggiunto in merito alla componente di servizio; non lavorare solo sul tema dell’hosting o dell’housing – ha aggiunto – Ma anche lavorare proprio sul miglioramento dell’insieme dei servizi che il trasferimento dei dati dai data center tradizionali al cloud può consentire alle pubbliche amministrazioni, per migliorare il livello dei servizi ai cittadini in condizioni di sicurezza”.
Profumo ha poi spiegato che la costituzione di un polo strategico nazionale (Psn) per le infrastrutture digitali della pubblica amministrazione – di cui il cloud nazionale sarà tecnologia abilitante – è “tema su cui Leonardo è fortemente coinvolta”
Secondo quanto ricostruito da Repubblica, lunedì scorso i vertici del Tesoro hanno indetto una riunione con il ministro per la Transizione digitale Vittorio Colao ed esponenti di Cdp e Sogei, due gruppi pubblici in lizza per realizzarla, insieme ai vertici di Leonardo e Tim che saranno i partner privati.
L’offerta di Tim e Leonardo, secondo il quotidiano, potrebbe arrivare già nei prossimi giorni.
Il modello che ha in mente il ministro della Transizione digitale, Vittorio Colao, è in infatti quello della partnership pubblico-privato da mettere in piedi a valle di una procedura di selezione – non una vera e propria gara, dunque – nella quale verranno scelti i player che dovrà realizzare la grande infrastruttura, dove andranno a confluire i data center della PA.
Il governo punta a chiudere la partita entro l’anno.
Il cloud nazionale nel Pnrr
Dei 6 miliardi previsti dal Pnrr per la digitalizzazione della PA, circa 1 miliardo andrà a finanziare il processo di consolidamento dei data center, con la migrazione dei dati e degli applicativi informatici delle singole amministrazioni verso un ambiente cloud.
La trasformazione è attuata secondo due modelli complementari: in funzione dei requisiti di performance e scalabilità e della sensibilità dei dati coinvolti, le amministrazioni centrali potranno migrare sul Polo Strategico Nazionale –Psn , una nuova infrastruttura dedicata cloud (completamente “privata” o “ibrida”), localizzata sul territorio nazionale e all’avanguardia in prestazioni e sicurezza oppure migrare sul cloud “public” di uno tra gli operatori di mercato precedentemente certificati.
Per accompagnare la migrazione della PA al cloud centrale fornito dal Polo Strategico Nazionale, è previsto un programma di supporto e incentivo per trasferire basi dati e applicazioni, in particolare rivolto alle amministrazioni locali che potranno scegliere all’interno di una lista predefinita di provider certificati secondo criteri di adeguatezza rispetto sia a requisiti di sicurezza e protezione, sia a standard di performance.
In una logica di vera e propria “migration as a service” si aiuteranno le amministrazioni nella fase di analisi tecnica e di definizione delle priorità, con risorse specializzate nella gestione amministrativa, nella contrattazione del supporto tecnico esterno necessario all’attuazione e nell’attività complessiva di project management per tutta la durata della trasformazione. Per facilitare l’orchestrazione di questa significativa mole di lavoro è creato un team dedicato a guida Mitd.
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