da milanofinanza.it

Cade in Borsa il titolo Tim con i trader che citano l’incertezza legata al processo di rete unica e non solo. L’azione crolla del 5,60% a 0,4382 euro con 271,7 milioni di pezzi passati di mano, già sopra la media a 30 giorni calcolata su un’intera seduta di 164 milioni. Giù anche le azioni risparmio (-5,69% a 0,48 euro). 

Le quotazioni risentono delle indicazioni fornite ieri da Enel sui tempi della cessione del 40-50% di Open Fiber a Macquarie, operazione propedeutica alla creazione della rete unica attraverso la fusione con Fibercop, ma anche delle scadenze tecniche che “esasperano le oscillazioni e sono un’occasione per vendere il titolo salito parecchio di recente” (+17% da inizio anno contro il +9% dell’indice Ftse Mib), ha detto un trader.

In particolare, ha fatto presente in una nota Equita Sim (rating buy e target price a 0,51 euro confermati sul titolo Tim), Enel ha spiegato che il deal sarà siglato nei prossimi mesi o settimane e che il tema di discussione oggi è tra Macquarie e Cdp in merito alla governance. Il closing è previsto entro l’anno. “Ci saremmo aspettati una risposta più chiara sulle tempistiche per la firma dell’accordo, vista anche la pressione del governo”, ha detto la Sim.

Come se non bastasse Bloomberg ha scritto che il Governo Draghi intende rivedere l’impostazione della politica economica relativa alle reti telefoniche, in quanto non gradisce il ritorno di pratiche che ritiene monopolistiche, che invertirebbero due decenni di deregolamentazione, e in questo quadro intende rivedere il piano sulla rete presentato da Tim, quello che prevede una fusione della società della rete con Open Fiber.

Due giorni fa il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, ha detto che il Governo farà una proposta in tempi brevi a Tim e a Enel, che è azionista di Open Fiber insieme a Cdp, per superare lo stallo e verificare la realizzabilità della rete unica. E oggi Giorgetti, rispondendo in conferenza stampa al termine dell’incontro con il ministro dell’economia francese, Bruno Le Maire, ha detto che il progetto di una rete unica di telecomunicazioni è accettabile se risponde agli obiettivi di diffusione della banda ultra larga, altrimenti è un problema. Ha precisato che “il governo italiano non è contrario al progetto di rete unica, è contrario a ritardi sul progetto”.

Gli ha fatto eco ieri il ministro dell’Innovazione Tecnologica, Vittorio Colao, sottolineando la necessità di trovare nel più breve tempo possibile una soluzione all’integrazione della rete fissa di Tim con quella di Open Fiber che garantisca una rapida ripresa delle attività di cablaggio della rete in fibra a banda larga, accennando anche a possibili piani B. “I commenti di Colao sono in linea con i commenti espressi dal ministro dello Sviluppo Economico, Giorgetti, chiedendo una rapida soluzione al dibattito sulla rete unica”, ha dichiarato Bestinver Securities (rating buy e target price tra 0,75 e 0,85 euro).

Nel complesso, Equita vede, quindi, una spinta positiva da parte del Governo per accelerare i piani di allocazione delle risorse e accelerare un’intesa sulla rete unica, ma non vede ancora queste pressioni recepite dalle parti in causa. “Questo nonostante Colao ieri abbia ribadito l’esigenza che si arrivi nel più breve tempo possibile a una soluzione che garantisca una rapida ripresa dell’attività di cablatura e, o, di copertura radio delle zone interessate. Non possiamo permetterci, ha aggiunto Colao, di stare in una situazione di attesa che rischia di condizionare i piani e i tempi di copertura della rete a banda ultralarga finanziata con le risorse del Pnrr”, ha precisato la Sim.

Intesa Sanpaolo (rating buy e target price a 0,57 euro) ha osservato che “mentre l’impegno dei nuovi ministri per accelerare la creazione di una rete di banda larga appare chiara, come questo dovrebbe avvenire non lo è. Nello specifico, “non è chiaro se il percorso avviato dal precedente Governo: unica società di rete partecipata a maggioranza da Tim e con governance indipendente sarà avallato anche dal nuovo Governo”. La lunga trattativa sulla cessione da parte di Enel della sua partecipazione in Open Fiber a Macquarie “aggiunge ulteriori incertezze. Il ruolo di Cdp sembra fondamentale ma il suo cda è in attesa di rinnovo”, ha puntualizzato Intesa Sanpaolo.

Mediobanca Securities (rating neutral e target price a 0,58 euro) resta fiduciosa che il nuovo Governo aumenterà gli sforzi per superare il divario digitale e ricorda che Draghi ha posto l’infrastruttura digitale al centro dell’agenda del suo Governo, “ma deve ancora chiarire se intende implementare il progetto di rete unica e in quali termini: riconosciamo che l’attuazione del progetto di rete unica è più lenta e complessa del previsto”, ha affermato Mediobanca. “Come abbiamo segnalato molte volte, la governance rimane il problema principale da risolvere nell’implementazione del progetto di rete singola. Continuiamo a credere che gli sforzi congiunti, una singola rete o investimenti condivisi, nella distribuzione della fibra pubblica e privata potrebbero accelerare il processo e far risparmiare denaro”.

Graficamente, la chiusura di settimana scorsa di Tim oltre la soglia discriminante verso 0,42-0,43 euro (gap ribassista del marzo 2020) “ha aperto spazi di upside ambiziosi. Il movimento odierno rientra nella logica del consolidamento e non modificano l’impostazione positiva di breve”, ha indicato Websim per cui è scattata una strategia long alla prima chiusura sopra 0,43 euro. “Sfruttare eventuali pull back verso l’area di ingresso per acquisti sulla debolezza”.

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