cash back e lotteria scontrini

In queste settimane il cashback è uno degli argomenti all’ordine del giorno. Più precisamente si parla di “cashback di Stato“. Alcuni avranno giusto sentito nominare il termine, altri avranno già analizzato la questione: in questo articolo proveremo a dare delle linee guida per i primi e degli spunti di approfondimento per i secondi. Una questione che – va premesso – è piuttosto spinosa. Partiamo dall’inizio: che cosa si intende per cashback? Per coloro che non hanno familiarità con la lingua inglese, precisiamo il significato della parola anglofona che è ormai diventata di dominio pubblico e di utilizzo frequente: “cashback” è un neologismo formato dalle parole “cash” e “back”, che letteralmente significano ” soldi” e “indietro”. A questo punto il concetto espresso dal termine dovrebbe essere chiaro: si tratta di ottenere un rimborso. Ma per cosa? Prima ancora di rispondere a questa domanda, completiamo l’analisi della dicitura dell’oggetto della nostra analisi, rispondendo ad un’altra domanda, ovvero: chi? Chi è ridarà i soldi indietro, chi effettuerà questo rimborso: trattandosi di cashback statale questo qualcuno è ovviamente lo Stato. Attraverso il cashback statale lo Stato si impegna a restituire dei soldi al cittadino. Ora possiamo entrare più nel dettaglio.

Che cos’è il cashback?
Si tratta di un sistema di incentivi statali con l’obiettivo di favorire i pagamenti elettronici e diminuire l’utilizzo del contante. Gli obiettivi che lo Stato si prefissa attraverso questa operazione sono molteplici e andremo ad analizzarli nel corso della nostra disamina. In prima battuta occorre specificare due aspetti: 1) si tratta di una misura di carattere sperimentale 2) si tratta di una misura che fa parte di un’operazione più ampia, anch’essa di carattere sperimentale, definita “Piano Italia Cachless”.
Presentato sul finire del 2020 dal Premier Conte, il Piano Italia Cachless punta a trainare – almeno nelle intenzioni – l’Italia in un nuovo step dell’Era Digitale, incoraggiando il più possibile le transazioni elettroniche. Si tratta di uno step che ci sentiamo di definire “nuovo” con una postilla: la tecnologia che supporta questa modalità di pagamento esiste da tempo ed è già utilizzata in Italia. Tuttavia il nostro Paese, ad eccezione in alcune metropoli, nel corso dell’ultimo lustro non si è mai davvero abituato a questi strumenti e a questo modus operandi. In poche parole siamo ancora piuttosto indietro, rispetto ad altre nazioni, sulla questione dei pagamenti elettronici. Questo nostro “ritardo” (lo mettiamo tra virgolette perché ovviamente si tratta di un concetto opinabile, a seconda del proprio punto di vista) si inserisce in una quadro più generale e complesso, legato alla nostra scarsa reattività nell’affrontare i cambiamenti tecnologici su vasta scala e in ottica trans-generazionale: siamo un Paese – diciamo – non all’avanguardia dal punto di vista della digitalizzazione della società. E, in questo senso, il tragico avvento di una pandemia globale conferma questa tesi. Ecco perché tra gli obiettivi dichiarati c’è questa volontà di slancio verso un mondo digitale o meglio digitalizzato che dal Bel Paese vediamo attualmente come più lontano del previsto. Venendo al cashback statale in senso stretto, un obiettivo se vogliamo più stringente, fattuale ed immediato è quello di aiutare l’economia in generale. Per meglio dire: provare a (far) risollevare economicamente sia il consumatore che gli esercenti attraverso una serie di aiuti e benefit legati alla moneta elettronica. Ultimo ma non ultimo: la volontà di disincentivare un’altra pratica in cui l’Italia “primeggia”, ovvero l’evasione fiscale. Le transazioni elettroniche diventano così anche un modo per evitare pagamenti “in nero”. Fatte queste premesse, proviamo a capire come il piano – o meglio questa prima fase di quest’ultimo – vuole essere attuato nel concreto. Il Premier Conte ha definito questa operazione “veloce, semplice e trasparente”: tre aggettivi che – concedeteci una certa ironia – in Italia suonano come quasi fantascientifiche. Tuttavia si apprezza almeno la buona volontà di realizzare un primo vademecum sulla questione – ad un video di Youtube pubblicato dal/sul canale ufficiale di Palazzo Chigi.

Quali sono le tempistiche? Ovvero rispondiamo alla domanda: quando e da quando sarà attivo il cashback?
Il percorso legato al cashback è iniziato alle fine di dicembre 2020 ed sta entrando nel vivo con l’anno nuovo. Con le festività di dicembre abbiamo sperimentato una formula particolare di cashback, ovvero l’extra-cashback (approfondiremo questo aspetto tra poco). Prima è preferibile dare qualche informazione di carattere generale. Dal primo di gennaio è scattata la possibilità di avere un rimborso per chi farà acquisiti con carte o App di pagamento. Vale sia per le spese nei negozi fisici sia per i pagamenti a professionisti come avvocati o medici. Si tratta di un rimborso del 10% sui pagamenti digitali ma ci sono alcune condizioni da rispettare perché l’operazione vada a buon fine. Non c’è un importo minimo di spesa ma devono essere effettuati almeno 50 pagamenti. Quindi non è importante che si paghi un panino o si compri un cellulare purché si raggiunga la soglia di 50 versamenti. C’è però un “tetto massimo“: per ogni transazione potrà essere rimborsato un massimo di 15 euro e questo fa sì che matematicamente il rimborso massimo semestrale sia di 150 euro, per un totale annuale di 300 euro. Ragionando in termini di piccoli pagamenti quotidiani, quindi, potrebbe sembrare che il 10% del cashback faccia poca differenza a fine mese: invece se si guarda il quadro complessivo si può dire che un +300 euro a fine anno non è affatto male. Ora che iniziamo ad avere un’idea del risparmio che c’è in ballo, proviamo a capire meglio come si fa per ottenere i bonus del cashback.

A chi si rivolge l’iniziativa cashback? E quali sono i requisiti per usufruirne?
Il cashback è trasversale ed inclusivo: spetta a tutti senza distinzioni. Inoltre è personale/ individuale, nel senso che è relativo proprio al singolo individuo e non al nucleo familiare. Ogni componente della famiglia può gestire autonomamente i suoi pagamenti e quindi utilizzare in maniera personalizzata questa opportunità. Ci sono però delle condizioni indispensabili da rispettare al fine di ottenere il rimborso e riguardano fondamentalmente il sistema di monitoraggio dei pagamenti in formato elettronico. Uno dei pre-requisiti è quello di essere in possesso dello SPID ovvero di una identità digitale, che ognuno può richiedere attraverso una apposita procedura. In alternativa, c’è un altro metodo di riconoscimento che è la CIE, acronimo di Carta d’Identità Elettronica: insieme a quest’ultima vi verrà fornito anche il relativo codice PIN. Assicuratevi di essere in possesso dell’una o dell’altra prima di passare allo step successivo. L’App IO. Eccoci arrivare ad uno degli argomenti più chiacchierati di questo periodo: per continuare nelle operazioni legate al cashback occorre scaricare una App speciale e apposita, ovvero la APP IO. E’ disponibile sia su iOS che su Android e per accedervi vi verranno richieste – come anticipato – le credenziali relative alla vostra SPID oppure alla vostra CIE (in quest’ultimo caso il codice PIN). Seguendo i vari passaggi guidati della App, porterete a termine l’ultimo passaggio: l’abilitazione delle carte all’interno della App. A questo punto vi verrà richiesto anche un codice IBAN dove effettivamente andrà poi a confluire il rimborso, qualora tutte le condizioni siano state rispettate. Quali acquisti “valgono” e quali invece sono esclusi dal rimborso? Si può comprare liberamente in quasi tutti i negozi della grande e piccola distribuzione: dalla boutique al centro commerciale, dall’osteria al ristorante stellato, fino ad arrivare a professionisti ed artigiani (dal notaio al meccanico). Ci sono però delle eccezioni: tutti gli acquisiti online, le vendite da sportello (come le ricariche telefoniche) e le forniture relative alla propria attività lavorativa (uffici, ad esempio). Si può acquistare con carta di credito e debito ma anche con Satispay. Rimane però fondamentale raggiungere il numero minimo di transazioni per poter usufruire del rimborso. Iniziative “speciali”.
Ci sono altri due modi per risparmiare: 1) il Super Cashback di 3000 euro e 2) la Lotteria degli scontrini.
Il Super cashback è una sorta di premio fedeltà, che potrà essere vinto da coloro che avranno effettuato più pagamenti digitali in transazioni simili, al di là degli importi. In una classifica che tiene conto di questi parametri, i cittadini che si piazzeranno nei primi 100 mila posti per numero di pagamenti singoli effettuati potranno essere in lizza per accaparrarsi il premio. C’è poi la Lotteria degli scontrini, che – come suggerisce il nome – trasforma ogni nostro scontrino relativo ad un pagamento elettronico in un biglietto della “lotteria”, ovvero un biglietto che ci consente di partecipare ad una estrazione, anzi a più estrazioni di premi/bonus. Tali estrazioni saranno settimanali, mensili ed annuali. Un ulteriore espediente per incentivare il pubblico a chiedere lo scontrino, provando a limitare il fenomeno dell’evasione fiscale. Segnaliamo che esistono due alternative per entrare nella famiglia del cachback anche senza essere in possesso di SPID o CIE. Si tratta di Satispay (come avevamo già suggerito) e del meno conosciuto NEXI. Nel caso di Satispay basterà essere in possesso di un regolare account per poter cominciare subito a spendere in ottica cashback: questo perché l’applicazione possiede già di per sé tutti i dati necessari al funzionamento del processo. Nel menù di Satispay, alla voce “Servizi”, sarà possibile attivare questa nuova funzione. L’opzione Nexi invece ha due sotto-opzioni: Nexipay e YAP. Tramite Nexipay verranno conteggiati i pagamenti con carta di credito e/o debito e i rimborsi verranno poi accreditati sul codice IBAN. Ancora più smart è YAP, laddove il rimborso verrà accreditato direttamente sulla App e ci saranno due opzioni per guadagnare dei bonus aggiuntivi: 100 euro attivando l’opzione “Cashback Invita Amici” e altri 100 euro con la funzione “Forziere Cashback Edition”. I mesi di gennaio e febbraio saranno un decisivo banco di prova per queste misure di carattere ancora sperimentale: quale che sia la vostra idee in materia di economia digitale pare che il futuro viaggi spedito in questa direzione. Vedremo cosa succederà nei prossimi mesi.

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